venerdì 28 marzo 2014


mercoledì 26 marzo 2014

BARBA E RELIGIONI

Come promesso, e da più versi richiestomi, voglio affrontare un tema interessante e per niente scontato: Barba e religioni. Il plurale è d'obbligo, in quanto non esiste una sola religione, verrebbe quasi da dire che infatti "non esiste un solo Dio".

Portare la barba, oggi, non è solo una scelta estetica, o un gesto di anticoformismo, o come dico spesso io, di pigrizia... ma anche una questione legata a scelte religiose.
Lo sapevano bene i Patriarchi della religione Cristiana. E c'è da fare un appunto importante: prima dell'avvento di Gesù, la barba come simbolo esterno, era portata solo dai sacerdoti e i consacrati del tempio di Gerusalemme.
A me piace pensare che l'avesse persino Adamo, due mesi dopo la sua creazione!
Partiamo (quasi) dalle principipali figure che caratterizzano ilo nostro percorso, evitando spiegazioni simboliche ed interpretazioni, ma lasciando al lettore, la volontà di approfondirne i contenuti più profondi.


Abramo. E' il padre di tutti i credenti. E' colui che ha creduto e da cui nasceranno sterminate generazioni di figli, tanti quanto il numero delle stelle (io avrei detto quanti i peli della barba), così come promesso da Dio stesso.
E così Isacco, figlio di Abramo e Giacobbe, figlio di Isacco, nipote di Abramo.



Ma va a Mosè, probabilmente, il primato per fama e responsabilità.Egli è colui che porterà le dieci Leggi, scolpite su pietra, al popolo d'Israele. Lo libererà dalla schiavitù dell'Egitto!

A tal proposito, devo mettere in rilievo qualcosa che non conoscevo, e cioè che la barba era talmente importante e simbolo di forza e addirittura divinità, che persino le faraone, quando erano loro a capo dell'Egitto, nelle ricorrenze ufficiali più importanti, ponevano sul loro mento una finta barba. Probabilmente a imitare il maschio?


Facciamo un passo millenario e arriviamo alla figura barbuta più importante della storia dell'uomo: Gesù di Nazareth. Ci sarebbe da dire moltissimo... Gesù non è un sacerdote del Tempio, non è un "consacrato" ufficialmente, non è un "uomo di chiesa" insomma, eppure porta barba e capelli lunghi, prerogativa riservata a consacrati e uomini del tempio (diciamo una sorta di casta religiosa).
E' il primo simbolo di novità per tutti, poi interpretati da tutti come simbolo di ribellione. Anche Giovanni il Battista era barbuto e forse con capelli lunghi, ma lo era per "voto", mentre Gesù li portava per elezione divina.
Ne siamo quasi certi in quanto già le prime rappresentazioni della cristianità (icone o tele) riportavano la figura di Gesù con barba e capelli lunghi.


E' interessante vedere come la rappresentazione del famigerato bacio di Giuda, il traditore, venga invece consegnata a noi come un uomo senza barba.


Ci penseranno i santi Pietro e Paolo a ribaltare e continuare la tradizione cristiana.

 
Un altro salto millenario e ad Assisi compare un uomo che cambierà, anch'esso, per sempre il mondo e la storia. E' Francesco di Bernardone, noto come San Francesco d'Assisi. Il grande pittore Giotto lo affrescherà così nella grande Basilica a lui dedicata.

 
Nei tempi moderni sono stati tanti i santi e i martiri della Chiesa Cattolica che hanno portato la barba durante l'atto estremo di sacrificio o espiazione e voglio postare qui una bella foto, trovata nel web, scattata in un bel momento di serena quiete e fraternità. Si tratta di padre Pio, oggi San Pio di Pietrelcina.
Un suo confratello gli sta curando la barba bianca, che Pio porta da quando si è unito all'Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Da nera a bianca, non ha mai abbandonato il volto del santo, facendone essa stessa, quasi un'icona riconoscibile del santo di San Giovanni Rotondo.
Godetevela perchè trasmette tanta allegria e gioia.



E voglio chiudere non seguendo un ordine temporale, nè di importanza. Scovando nel web si trova quasi tutto, ma questa immagine mi ha colpito più di tutte. Non lo riconoscerete subito forse, ma è San Giuseppe, il padre adottivo del Gesù bambino, poi condannato e crocifisso.
E' un'immagine moderna, profonda, che cattura lo sguardo (almeno il mio), perchè forse da modello è stato un uomo reale dai tratti moderni.
Ve la regalo un po' come simbolo dell'uomo barbuto di oggi: non eccentrico, non esigente, che non cerca di attirare l'attenzione e che vuol portare in se la bellezza e la semplicità di un barbuto col cuore d'oro! ...un po' come mi sento io!

giovedì 20 marzo 2014

MIRAN HROVATIN E ILARIA ALPI, VENT'ANNI SENZA GIUSTIZIA

di Daniele Biacchessi

"E cala la notte a Mogadiscio. Non c'è elettricità. Alla luce di candele e lampade a gas degli uomini, resi ancora più simili a fantasmi nella luce fioca, prendono il fresco, giocano, bevono tè e caffè. La città è irreale. Un semaforo impazzito, l'unico funzionante, segna il rosso. Per la ripresa del paese, il segnale verde non sembra cosa di domani." Iniziava così uno dei reportage dell'inviata del Tg3 Ilaria Alpi, scritto pochi giorni prima di essere uccisa da un commando di killer insieme con il giornalista Miran Hrovatin, a Mogadiscio.
20 marzo 1994.
Ilaria e Miran partono da Bosaso in aereo verso Mogadiscio.
Hanno raccolto interviste, testimonianze e immagini.
Hanno intercettato navi regalate dalla Cooperazione Internazionale alla Somalia che con ogni probabilità trasportano armi e rifiuti tossico nocivi provenienti da alcune aziende italiane.
Ilaria ha intervistato il sultano di Bosaso.
Di sera vuole realizzare un servizio, vuole raccontare tutto agli italiani.
Del resto è una giornalista.
Vede, consuma le suole delle scarpe, racconta, narra e non fa sconti a nessuno, non nasconde ciò che sa.
Alle 15,10, a Mogadiscio scatta l'agguato.
L'auto con a bordo Ilaria Alpi e Miran Hrovatin viene bloccata da una jeep.
L'autista tenta la retromarcia.
Gli assalitori scendono a terra.
Non c'è un vero e proprio scontro a fuoco.
Un proiettile sparato a distanza ravvicinata da un killer sfonda il parabrezza e colpisce Miran alla testa.
Un altro proiettile raggiunge la parte superiore della nuca di Ilaria.
Tutto si svolge in pochi minuti. Nessun agguato a scopo di sequestro o rapina.
Non c'è dubbio. E' un'esecuzione. Invece scattano i depistaggi.
Nessun carabiniere è presente sul posto, nessun militare trasporta i corpi di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin nel Porto vecchio di Mogadiscio.
Nessun investigatore sequestra le armi dell'autista di Ilaria, neppure quelle dell'uomo di scorta.
Per Ilaria Alpi, non viene disposta un'autopsia, soltanto un esame esterno del corpo.
La salma di Miran Hrovatin viene trasferita subito a Trieste.
Non ci sarà mai un accertamento contestuale a quello sul cadavere di Ilaria Alpi.
Ai genitori della reporter viene consegnato con estremo ritardo l'elenco degli effetti personali compilato sulla nave Garibaldi.
Alcune videocassette girate in Somalia spariscono nel nulla: solo sei, riguardanti la guerra civile in Somalia, giungono in Italia con i corpi dei due giornalisti.
Svaniscono nell'ombra anche tre dei cinque taccuini trovati nella stanza di albergo della giornalista.
20 anni dopo quell'agguato la verità e la giustizia sembrano lontane, ma resta la sua memoria.
Così per lei che è stata anche mia collega sul finire degli anni Ottanta, ho preparato un mix di alcuni dei suoi servizi, su musiche di Paolo Fresu. E' un modo per ricordare una giornalista che voleva fare bene il suo mestiere e per questo è stata assassinata.


 

lunedì 17 marzo 2014

DAL GIAPPONE CON FURORE!

Non finisce mai di stupurci l'Oriente. E lo fa con questo prodotto che regala ai maschi giapponesi - e non - il fascino occidentale dell'uomo virile e barbuto. (guarda il video a fine post)



In effetti non vediamo mai in giro orientali portare la barba, forse non è la loro cultura, o fissazione igienica, o forse non gli cresce affatto! Un aiuto lo dà Propia Hige, un fake beard capace di dare al maschio orientale l'ebrezza del pelo facciale. Che dite avrà successo?


Alla prossima!
Chebarbachegioia

CAMPIONATI DI BARBE


Per fuori di testa e appassionati di barba esiste un universo parallelo che fa della barba persino uno statu symbol. Io definirei arte anche questa.

da Philips.it

Gli appassionati di cinema hanno Cannes e Venezia. Quelli di tecnologia l'Ifa di Berlino e il CES di Las Vegas. Gli sportivi… solo l'imbarazzo della scelta. Ma da qualche anno anche gli appassionati di barba e baffi hanno festival, fiere e campionati dove ritrovarsi.

I più famosi sono Quattro:

World beard and moustache championship
Sulla sua origine ci sono due versioni. Chi dice che è nato negli anni 90, in Germania e chi, invece, che una prima edizione del festival si sia tenuta in Italia nel 1970. Dal 2000 si tiene quasi ogni anno in città sempre diverse, tra Europa (Germania soprattutto) e Stati Uniti.
Per partecipare bisogna iscriversi a una categoria (barba piena, barba parziale, baffi, barba rasata, barba naturale, freestyle, ecc).
Ciascuna ha un vincitore che si porta a casa 600 dollari.


Beard Team USA National Beard and Moustache Championships
Il campionato americano di "barba e baffi" si svolge ogni due anni e raccoglie i vincitori di tutti i piccoli campionati locali che si tengono negli USA. E questo lo rende fenomeno di culto per tutti gli americani. L'ultima edizione si è tenuta a New Orleans il 6/7 settembre scorso.


Beard and stache fest
Non è un caso che si svolga una volta all'anno, verso febbraio a Seattle, la patria americana dei rocker e dei taglialegna (due categorie dello spirito accomunate da una grande passione per la barba). Niente premi ma molte feste e eventi per incontrarsi: l'idea è che chiunque abbia una bella barba da mostrare agli altri è già di per sé un vincitore.

mercoledì 12 marzo 2014

martedì 11 marzo 2014

LA GRANDE BARBA DEL GRANDE FRATELLO 2014

Potevo mancare all'appuntamento col Grande Fratello 2014? Si, potevo.
Ma la mia attenzione è stata colpita dalla presenza delle barbe che quest'anno indossano tutti gli uomini della casa.
Tutt i maschietti di questa edizione 2014 portano la barba. Chi corta, chi accennata, chi profilata, chi fiera.
Giovanni e Michele li nomino subito. Barbetta timida di qualche giorno.


 Samba e i fratelli (pugliesi?) Giuseppe e Armando, pizzi convincenti.


Andrea comincia a fare il bravo e a farla crescere, come il buon Mirco.



Sul podio, i due barbuti della casa più famosa d'Italia: Roberto e Fabio.
Roberto, anche se più curata, indossa una barba invidiabile, che gli dona abbastanza. Sul suo viso allungato, in realtà pare dargli un'aria fiera e pulita.


Mentre vincitore proclamo Fabio. Atleta, sportivo, in pratica non risparmia niente alla sua barba, che infatti la si vede colma di adrenalina. Chissà quanti momenti forti ha vissuto! Selvaggia, non profilata e virile, ottiene il podio di questa edizione... salvo sorprese!



Alla prossima!
Chebarbachegioia

sabato 8 marzo 2014

HIPSTER MANIA!

Da Leggo.it

Trapianto di barba per sembrare più 'hipster': uomini disposti a pagare 10.000 euro


ROMA - Da qualche tempo, gli uomini hanno avviato una sorta di gara a chi ha la barba più folta, o a chi è falsamente trasandato, in perfetto stile 'hipster'. Ciò che è certo è che la barba folta sta diventando il nuovo sogno maschile.

L'International society of hair restoration segnala, sulle pagine del quotidiano ingleseTelegraph, che in Inghilterra nell'ultimo anno sono stati eseguiti più di 4.500 trapianti di peli per rinfoltire la barba, con un incremento del13% e che questo nuovo vezzo supera la maniadel naso piccolo fra gli uomini british.
Infoltire solo i baffi costa in media 2.400 sterlinebarba completa 9.000. La tecnica del trapianto di barba si effettua prelevando lapeluria da altre zone corporee o dall'area sottostante il mento e rimpiantandole sul viso, facendo dei taglietti, in anestesia locale. Circa il 90% dei peli ricresce e ci vogliono 10 mesi prima che l'effetto sia completo.
La metodica arriva dagli Stati Uniti, dove costa circa 7.000 dollari. I chirurghi estetici americani spiegano che richiedono questo tipo di intervento gli uomini dai 20 ai 40 anni per nascondere cicatrici di acne o che hanno una crescita di peluria disordinata e a chiazze.

martedì 4 marzo 2014

OF BEARDS AND MEN


Non immaginavo che dietro una barba si nascondessero svariati mondi.
Pian piano si svela l'importanza nell'essere "davvero" se stessi: con qualcosa, un accessorio, un colore o un taglio di capelli, una giacca ...una barba.
Ho scoperto siti, blog, cultori della barba... ed in particolare mi sono imbattuto in un sito, che della barba, cerca di darne risalto con una luce speciale attraverso fotoritratti, scattati da un bravissimo fotografo, dall'altra parte del pianeta, e che mi ha portato, persino, ad alcuni scambi di messaggi, anche se per ora solo via Facebook. Si chiama Joseph Daniel Robert OLeary.
Sul sito www.jdro.com e www.ofbeardsandman.com troverete le sue opere, immortalate in scatti che rendono una visione speciale delle barbe maschili, tanto da divenire autore di una raccolta fotografica dedicata alla barba il cui titolo è OF BEARDS AND MAN. Di lui ne hanno già parlato molti al mondo, riviste anche italiane e siti internet, sul tema della bellezza maschile, della fotografia e altro, rendendolo noto al pubblico. In un'intervista per Panorama, Joseph, dapprima con un approccio da fotoreporter sul mondo maschile barbuto, afferma: «Poi, ho capito di aver incontrato qualcosa di più grande, una comunità, in un certo senso. Perché portare barba o baffi definisce i canoni estetici di uno stile di vita, come i punk negli anni Ottanta, ma più rilassati. Focalizzandosi su un loro dettaglio, i soggetti degli scatti si sentivano più reattivi di fronte alla macchina fotografica. Un effetto estraniante, direi, estremamente funzionale alla mia storia».
I protagonisti delle foto di OLeary non sono attori e modelli, ma uomini comuni che da ogni angolo d’America hanno raggiunto il suo studio a Minneapolis, nel Minnesota. «Il passaparola è nato su internet, e alla fine ho raccolto oltre 150 immagini. - continua - A tutti, dicevo di portare qualche cambio d’abito non troppo formale, ma un look casual nel quale si sentissero a loro agio e accessori usati nella loro quotidianità, che li rappresentassero a livello professionale o spirituale». 
Negli scatti compaiono oggetti di scena e radio vintage, amplificatori e bici da corsa. È stata una continua scoperta in corso d'opera, e il desiderio di far emergere l'essenza di un uomo che indossa una barba.
«L’elemento per me principale è far percepire una “consistenza” tridimensionale, con volti che escono dalla stampa come nei quadri dei maestri fiamminghi». 
Risultato: ritratti a colori che emergono dal nero teatrale della scena con una luce clinica e calda insieme.


Io spero vivamente di poter conoscere personalmente Joseph, che mi ha concesso, personalmente, di poter parlare del suo lavoro e di trovare, sugli scaffali delle librerie italiane, i lavori di questo artista dei tempi moderni che ha saputo rappresentare così bene, non un vezzo o una moda, ma un'essenza che appartiene solo a noi uomini; uomini felici di portare una barba, quella che rende ogni uomo davvero, evidentemente, unico.